Ex Merloni, la burocrazia non sblocca i soldi “congelati” dei lavoratori

Sembrava tutto fatto per i dipendenti della ex Antonio Merloni per ricevere i famosi soldi “congelati”. Si tratta delle spettanze relative al periodo ottobre-dicembre 2008, delle ferie maturate, di una percentuale dei premi come quattordicesima e presenza. Denaro la cui erogazione era stata congelata e che, vista la crisi, sarebbe una boccata di ossigeno soprattutto per chi ha esaurito gli ammortizzatori sociali. Verrebbero inoltre liquidati anche quei lavoratori che, per motivi economici aziendali, non presero l’incentivo per l’autonoma uscita dal lavoro.

Invece, secondo quanto riferisce il delegato Fiom-Cgil Luciano Recchioni, sarebbero sorti ulteriori intoppi.

“Dobbiamo ancora una volta fare i conti con la burocrazia. Nemmeno dopo il via libera dato dai commissari al pagamento di alcune spettanze relative a tre mesi del 2008 si ha una data certa e sicura – dichiara il sindacalista – Da maggio la vertenza Antonio Merloni si è definitivamente chiusa e con essa tutto ciò che era inerente, comprese quindi le spettanze dello stato passivo dove dentro ci sono tutti i circa 2.700 lavoratori e molti altri creditori. Sono trascorsi cinque mesi e a quanto pare non sono stati sufficienti per far avere i propri soldi in tasca, forse chi deve decidere ha troppo da fare ma di tempo per le verifiche ne ha avute più che a sufficienza, visto che sono trascorsi nove anni da quando le spettanze sono state congelate. Le date che in questi giorni giravano non erano frutto di fantasie – prosegue Recchioni – ma di indicazioni di personale qualificato e la fine di ottobre era una data più che accettabile, visto che la procedura per eventuali ricorsi scadeva il 13 ottobre. Pertanto, nel cercare la conferma, non ho potuto che prendere atto di ciò che mi è stato riferito, sempre da persone abilitate ad informare: il giudice non avrebbe ancora posto la firma sull’autorizzazione per il rilascio dei bonifici. Certamente in situazioni normali, dopo nove anni, un mese in più o in meno non fa differenza, ma in questo caso ne fa e ne fa molta. Ci sono centinaia di lavoratori e famiglie tra Umbria e Marche che, chi da mesi e chi da anni, non hanno più né lavoro né ammortizzatori sociali e riappropriarsi dei propri soldi di certo non cambierà loro la vita, ma una buona boccata di ossigeno la porterà.”

Da qui l’invito del sindacalista a concludere sollecitamente la pratica, affinchè queste somme possano finalmente arrivare ai lavoratori. “Non vorrei, visti i tempi, che, come la migliore carne congelata, dopo lo scongelamento vada in avaria ed inizi a puzzare”, conclude Recchioni.

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Redazione Gualdo News
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