Crisi Tagina, non si può più aspettare.

Leader nel panorama nazionale ed internazionale per la produzione di pavimenti e rivestimenti in ceramica ha annunciato nell’autunno scorso 50 esuberi tra maestranze e uffici, convertiti poi in cassintegrazione straordinaria, oggi ha dei tempi strettissimi e urgono risposte rapide e tempestive. Il Direttore del personale Roberto Marengo ha analizzato analiticamente la situazione ai microfoni di TRG sottolineando i principali problemi aziendali (logistica, situazione dei mercati e obsolescenza delle linee produttive)  e le possibili soluzioni che passano necessariamente per un piano aziendale che si aggira intorno ai 9 milioni di euro che si concentri su risparmio energetico e innovazione tecnologica. Ha affermato che sono stati fatti incontri e approfondimenti con i fornitori e gli istituti di credito che hanno un po’ rasserenato gli orizzonti, ma servono comunque soluzioni tempestive. Bandi europei e regionali che tardano ad arrivare mettono a rischio non solo gli attuali 50 posti dichiarati in esubero, ma tutta l’azienda.

Fabio Fazi Amministratore Tagina,  anche lui intervistato da TRG, afferma “ è stato deliberato all’unanimità dei soci un aumento di capitale per tamponare la situazione nel breve, ma non basta.” Sono stati fatti interventi mirati a risparmiare e focalizzati sulle linee produttive maggiormente appetibili dal mercato, meno decoro più grandi formati d’arredo con macchinari nuovi più efficienti e un nuovo capannone per ottimizzare la produzione. “I tempi di un’azienda non sono i tempi delle istituzioni” ribadisce.

Arriva anche una nota della Cisl “E’ il tempo uno dei principali nemici nella vertenza Tagina.  Di fronte alla richiesta di licenziare una cinquantina di dipendenti il sindacato ha proposto l’apertura della cassa integrazione straordinaria per un anno; la richiesta é stata fatta non per rimandare il problema, bensì per avere il tempo di cercare una soluzione che attraverso un percorso che metta insieme investimenti e formazione possa gettare le basi per la Tagina del futuro.  Un segnale importante deve arrivare dai soci; l’aumento di capitale fatto è stato necessario ma non sufficiente. I bandi europei, nazionali e regionali a cui Tagina può attingere e per i quali si è già mossa, hanno i loro tempi che non sono purtroppo quelli che servono. Bisogna allora tentare anche altre strade. É necessario creare un veloce percorso condiviso con Sviluppumbria e la finanziaria regionale Gepafin per mettere insieme tutti gli elementi affinché il piano industriale per il rilancio abbia gambe per essere attuato. Questa parte della regione già duramente provata dalla crisi della Merloni non può permettersi di perdere quella che, numeri alla mano, é una delle poche grandi aziende rimaste. Non dobbiamo perdere la Tagina perché a rischiare di sparire sarebbe anche un bel pezzo di cultura della nostra Umbria. Tentennare nelle scelte non è più possibile”.

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Redazione Gualdo News
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